L'implantologia rappresenta, oggi, il
sistema migliore per avere la possibilità di riposizionare in
arcata dentaria gli elementi dentari mancanti.
Insufficiente altezza ossea |
Ovviamente per posizionare un impianto
è indispensabile avere una quantità di osso sufficiente sia in spessore che in altezza.
In arcata superiore è frequente che
nei settori latero posteriori (dal secondo premolare al secondo
molare) vi sia , molto spesso, un deficit di osso in altezza a causa
della “espansione” del seno mascellare (pneumatizzazione). In questi casi non è possibile .
In questi casi se l'altezza dell'osso
residua è discreta (oltre i 4mm) si puo' procedere con una tecnica
di chirurgia implantare avanzata poco invasiva e che non ha grandi
controindicazioni: il mini rialzo di seno mascellare o, piu'
correttamente rialzo crestale del pavimento del seno mascellare.
Lo scopo è quello di ricreare una
quantità d'osso, in altezza , tale da dare stabilità nel lungo
periodo ad una fixture implantare di lunghezza adeguata.
A volte tale tecnica si associa, anche,
ad espansione orizzontale dell'osso.Ma di questo ne parleremo
prossimamente.
PROCEDURA
Inizialmente si crea con una fresa un piccolo accesso per ogni impianto da posizionare in modo da arrivare in prossimità del pavimento del seno mascellare.
Il passaggio successivo prevede l'utilizzo di osteotomi manuali o meccanici capaci di provocare l'innalzamento della membrana del seno mascellare per crerare uno spazio virtuale dove poi andrà a riformarsi osso.
Ovviamente gli spazi saranno tanti quanto il numero di impianti da posizionare e l'altezza virtuale che andremo a creare tanto maggiore quanto piu' osso vorremo ottenere.
La quantità di neoformazione ossea che si riesce ad ottenere ha ovviamente dei limiti che dipendono da diversi fattori. In ogni caso spesso è sufficiente riuscire ad ottenere dai 3 ai 5 mm di osso in piu' per poter posizionare un buon impianto
Alla fine dello innalzamento della membrana del pavimento del seno mascellare si potrà riempire la cavità neoformata con del materiale biocompatibile ed osteoconduttore oppure se il rialzo è minimo è sufficiente posizionare gli impianti per ottenere rigenerazione.
L'inserimento implantare è quasi sempre contestuale al mini rialzo. Soltanto in casi di insufficiente stabilità primaria dell'impianto si aspetterà qualche mese prima di inserire gli impianti
Dopo qualche mese sarà possibile apprezzare radiograficamente l'avvenuta neoformazione ossea attorno agli impianti inseriti.Da quel momento si potrà protesizzare con assoluta predicibilità di risultati.
CASO CLINICO
Paziente 55enne in buna salute generale, non fumatore affetto da una parodontite cronica dell'adulto tenuta sotto controllo grazie ad una buona igiene domiciliare e a richiami quadrimestrali di igiene professionale.
La mancanza del gruppo premolare/molare superiore di sinistra viene parzialmente sopperita dall'inserimento di due fixture implantari con minirialzo di seno contestuale e la successiva riabilitazione con due corone metallo ceramica.
Figura 1 |
Come si vede dalla Figura 1 il progetto implanto protesico prevede l'inserimento di n° 2 impianti a supporto di due corone a sostituzione dei due premolari mancanti (in questo caso non avendo il paziente i molari inferiori omolaterali abbiamo optato per non sostituire i superiori).E' immediatamente evidente come una parte dell'impianto posteriore (giallo) protruderebbe nel vuoto del seno mascellare.
Abbiamo optato per un mini rialzo settoriale.
Figura 2 |
Come si vede dalle figure n° 2 e 3 (radiografie postoperatorie) l'inserimento dell'impianto posteriore sembra protrudere nel seno mascellare.
Figura 3 |
Figura 4 |
In realtà se andiamo a guardare la radiografia eseguita con taglio sagittale (Figura n° 4) notiamo che l'impianto è inserito completamente nell'osso nella sua porzione centro-coronale mentre apicalmente (in punta) esso è avvolto in un materiale disomogeneamente radiopaco che abbiamo inserito contestualmente al mini rialzo per facilitare la neoformazione ossea.
Figura 5 |
Figura 6 |
A distanza di 12 mesi dal mini rialzo e a circa 8 mesi dalla protesizzazione si nota nelle radiografie (Figg. 5 e 6) la netta neoformazione ossea che ricopre per intero l'impianto posteriore.
Dott. Luigi Ziaco
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