lunedì 30 settembre 2013

Aggiornamenti in tema di scovolini interdentali


Le case produttrici di dispositivi per l'igiene orale domiciliare investono molte risorse nella innovazione per offrire prodotti sempre migliori ed efficienti al fine di soddisfare i bisogni degli utilizzatori. La maggior parte di questi dispositivi hanno pochi ma significativi cambiamenti rispetto ai precedenti ma che facilitano il loro utilizzo e migliorano la efficienza di igiene.


 
Prendiamo in considerazione oggi le novità proposte in fatto di scovolini da tre delle aziende produttrici leader sul mercato.

La TePe è una nota azienda svedese che produce già scovolini originali ed originali extra soft da anni e che ha trovato il successo sia del personale sanitario odontoiatrico che degli utilizzatori per la qualità dei prodotti immessi in commercio.
Ultimamente la TePe è uscita con un nuovo prodotto: lo scovolino angolato.
Questo nuovo tipo di scovolino è angolato per ottenere un accesso eccellente in tutti gli spazi interdentali;la testina snella e angolata facilita l’uso tra i denti posteriori e dall’interno verso l'esterno del cavo orale. Il manico lungo e piatto, inoltre, fornisce una presa ergonomica e rende più facile maneggiarlo.


Tutti i modelli dispongono di un manico colorato in base alla misura, esso è piatto per avere una presa più stabile; variano dal manico lungo di TePe angle al manico corto degli scovolini originali ed extra soft con estensione ed il cappuccio di plastica, che può essere utilizzato per proteggere lo scovolino ma anche come estensione del manico. E' Disponibile in sei misure.

Un'altra azienda molto attiva sul mercato dei dispositivi di igiene è la Curaden che commercializza diversi marchi tra cui la Curaprox
La gamma degli scovolini Curaprox è composta da ben 21 tipi per offrire ampia scelta sia sulla dimensione che sulle forme in base alla tipologia degli spazi interdentali ( ogni misura ha un colore diverso come anche accade per i TePe).

I vari modelli si suddividono in:
curaprox plus cps prime che sono ultra sottili e molto resistenti per gli spazi interdentali più stretti.
curaprox plus cps regular dotati di un'anima metallica resistente molto indicati per spazi interdentali più ampi (pazienti con patologie parodontali e anatomia modificata della papilla) curaprox plus cps soft & implant utili con spazi interdentali ampi, gengive sensibili a causa di interventi come impianti;.
curaprox cps strong & implant che sono lunghi e flessibili molto utili per strutture protesiche complesse, facilmente modellabili e curvabili che vanno a pulire anche le zone più profonde e difficili.  



Infine la IDECO col suo marchio Plakkontrol ha recentemente immesso sul mercato un Innovativo scovolino monouso flessibile, ideale per una pulizia interdentale sicura e piacevole. 
Senza parti in metallo, è particolarmente adatto per asportare placca e residui di cibo dagli spazi interdentali esercitando un’azione massaggiante che stimola la micro-circolazione sanguigna dei tessuti gengivali.

L’anima è realizzata in materiale plastico flessibile e le setole sono morbide in gomma; Plakkontrol Brush & Clean è lo strumento ideale per sostituire l’utilizzo dello stuzzicadenti, un’abitudine del dopo pasto ancora assai radicata, ma potenzialmente pericolosa. 
Le setole di Plakkontrol Brush & Clean, sono realizzate in TPE (innovativo polimero morbido ed ecologico perché riciclabile) sono arricchite con Fluoruro di Sodio, per prevenire efficacemente la formazione della carie tra dente e dente.
A nostro modo di vedere questo ultimo dispositivo è utile in casi particolari quando non possiamo portarci appresso il nostro kit di igiene o dopo un pasto frugale fuori di casa.
Non devono ,comunque, sostituire gli scovolini classici ma essere soltanto un aiuto in caso di impossibilità ad usare i secondi.

Dott. Flavio Bellini
Igienista Dentale



martedì 10 settembre 2013

Prevenzione ed igiene orale in gravidanza

Introduzione

Nel corso della gravidanza tutte le cure prestate alla futura mamma hanno lo scopo di mantenere uno stato di salute ottimale, aumentando così le probabilità che alla nascita il bambino sia sano; è quindi fondamentale  un approccio multidisciplinare, combinando le conoscenze e abilità di diversi specialisti come ginecologi, ostetriche, odontoiatri e igienisti dentali.
Durante i nove mesi di gestazione , oltre alle molte faccende di cui prendersi cura, la futura mamma dovrà salvaguardare anche la salute dei suoi denti e quelli che spunteranno poi a suo figlio.
Fondamentale a tal riguardo è il dedicare un poco piu' di tempo alla igiene orale domiciliare e far attenzione alla alimentazione.





Modificazioni del cavo orale durante la gravidanza

Gli elevati livelli di estrogeni circolanti ,durante la gestazione,causano alcune modifiche della mucosa orale, come ispessimento, aumento della desquamazione e della vascolarizzazione.
La risposta gengivale a quelli che sono i fattori locali – placca batterica, tartaro, ricostruzione e protesi debordanti – risulta alterata facilitando la comparsa di edema, aumento di volume e sanguinamento, sino alla comparsa di forme specifiche di parodontopatia che tendono normalmente a regredire al termine della gravidanza, come la gengivite e l’epulide gravidica.
Queste reazioni gengivali sono osservabili di norma a partire dal secondo mese di gestazione.Tali problematiche sono sovente acuite dal vomito spesso presente nei primi mesi di gravidanza e dall'iperacidità gastrica piu' frequente invece negli ultimi mesi.
Non è provata la correlazione tra pazienti in gravidanza e alterazioni gengivali rilevanti quando vengono messe in atto tutte le misure di igiene orale domiciliare previste e si riscontrano buone condizioni dei tessuti parodontali.

Al contrario, in presenza di modificazioni fisiologiche proprie della gravidanza e di incremento degli ormoni femminili circolanti, le scarse condizioni di igiene orale, che determina la formazione di depositi di placca e tartaro, e fattori locali favorenti, possono aumentare la probabilità di alterazioni infiammatorie a causa dei tessuti gengivali.
Recenti studi hanno evidenziato una stretta correlazione tra la malattia parodontale ed il rischio di parto prematuro probabilmente a causa della azione delle tossine batteriche che possono raggiungere la placenta e stimolare una risposta infiammatoria cronica che a sua volta stimola la prematurità del parto.


La salute orale durante la gravidanza

Durante la gravidanza denti e gengive hanno bisogno di attenzioni particolari.
Lavarsi i denti e usare il filo interdentale regolarmente, seguire una dieta bilanciata e andare dal dentista con regolarità, aiuterà a ridurre il rischio di problemi odontoiatrici che spesso accompagnano la gravidanza.

Importante è il ruolo dell’igienista dentale durante la gravidanza, che deve istruire e motivare ad una corretta igiene orale domiciliare la paziente e a sottoporsi a 3-4 controlli odontoiatrici nell’arco della gestazione, in modo da prevenire la comparsa di patologie parodontali e cariose.
Il nostro Studio ha elaborato un protocollo,in accordo con le raccomandazioni dell'OMS e le linee guida del Ministero della Salute , che prevede visite di controllo periodiche,sedute di igiene professionale personalizzate accompagnate da fluoroprofilassi topica. 



Fluoroprofilassi in gravidanza

L’OMS ha accertato l’importanza di una corretta integrazione di fluoro durante la gravidanza a partire dal quarto mese, ossia da quando nel feto comincia a formarsi la gemma dentale, per rendere più forti e sani sia i denti da latte che i denti permanenti del bambino.
Il fluoro si può assumere dalla gravidanza fino al compimento dei 6 anni da parte del bambino, mediante compresse, disponibili in dosaggi da 0.25 e da 1 milligrammo. Esse vanno prese con le seguenti modalità: durante la gravidanza e l'allattamento al seno, 1 mg al giorno alla madre, dallo svezzamento in poi il bambino dovrà assumere 0,05 mg di fluoro al giorno per ogni chilo di peso corporeo.

Non tutto il fluoro che la futura mamma assume, perciò, arriva al feto. Un’ ampia serie di studi dimostra che su 1 mg di fluoro somministrato alla mamma, quello che arriva al feto è circa un quarto:
  • 0,25 mg attraversano la placenta
  • 0,25 mg si depositano nelle ossa della madre
  • 0,50 mg vengono eliminati dall’organismo materno per escrezione renale, azzerando qualsiasi rischio di sovradosaggio.  
Di conseguenza, il nascituro assume una dose sovrapponibile a quella che comincerà ad assumere dopo le due settimane di età.
Il dosaggio che abbiamo proposto sopra è per le mamme che non assumono fluoro in maniera significativa con l'acqua; se l'acqua assunta contiene fluoro a sufficienza è opportuno non assumerlo sotto forma di integratori perchè potrebbe essere addirittura dannoso.
Il nostro consiglio è , quindi, quello di parlarne col vostro Dentista e con l'Igienista di riferimento per poterlo dosare al meglio.


Conclusioni

Tutte le evidenze sembrerebbero dimostrare, quindi, come un corretto regime alimentare ed un’adeguata gestione della salute orale rappresentino un momento di primaria importanza per la salute, orale e globale, sia della gestante che del prodotto del concepimento.




Dott.ssa Claudia Villeggia

lunedì 6 maggio 2013

Il tartaro



Il tartaro è un insieme di depositi minerali formati per l’80% da sali inorganici come ad esempio i carbonati di calcio e per il restante 20% da altre sostanze; può trovarsi sia sulla superficie  dei denti ma anche sotto gengiva, quindi sulle radici. Il suo colore è molto variabile e va dal giallognolo al nero; il colorito giallognolo dipende dall’assunzione di alimenti e il nero che è quello che troviamo soprattutto sotto gengiva dipende dall’ossidazione del ferro presente nel sangue e che si va a depositare sul tartaro. Aderisce fortemente alle superfici dove si deposita e non può essere rimosso con la sola igiene domiciliare (spazzolino).

Come si forma e cosa causa?

Quando si mangia se non vengono rimossi totalmente i residui di cibo con le normali operazioni di igiene domiciliare si depositano a formare la placca batterica la quale ,con l'apporto dei sali minerali presenti nella saliva,si calcifica e da luogo a concrezioni di tartaro.  I tempi per la formazione del tartaro in genere cambiano da persona a persona e dipendono molto dal ph  e dalle caratteristiche della saliva che vanno a modificare la quantità e la velocità di formazione del tartaro. Come già detto all’inizio si può depositare oltre che sulle superfici dei denti anche sotto gengiva (nel solco gengivale) e,  mano a mano che si deposita aumenta l'infiammazione della gengiva e,negli individui predisposti,iniziano a formarsi le tasche parodontali nelle quali si depositano i batteri parodonto-patogeni che vanno a danneggiare le strutture di sostegno dei denti potendo  arrivare anche alla perdita degli elementi dentali stessi.

Le zone con maggiore deposizione di tartaro sono quelle in prossimità degli sbocchi delle ghiandole salivari, soprattutto nella zona linguale degli incisivi inferiori e dei primi molari superiori.


Per prevenire la formazione del tartaro è opportuno eseguire nel migliore dei modi e in modo costante (3 volte al giorno) le manovre di igiene orale domiciliare; però anche seguendo in modo ottimale le manovre igieniche il tartaro ,seppur piu' lentamente, tende a formarsi ed accumularsi; per questo motivo è opportuno sottoporsi a manovre di igiene orale professionale in un studio dentistico, per andare a decontaminare il cavo orale e ad eliminare tutte le formazioni di tartaro, anche sottogengivale. Le sedute di igiene orale professionali debbono essere eseguite con una certa regolarità ed una frequenza che dipende da tanti fattori ma soprattutto dalla propensione individuale a formare tartaro , al tipo di alimentazione e alla qualità della igiene orale.




Dott. Flavio Bellini.

martedì 16 aprile 2013

Lo spazzolino



Che cos'è e com'è formato

Lo spazzolino da denti è un presidio per l'igiene orale con il quale possiamo rimuovere la placca batterica dalla superficie dei denti e dal margine gengivale.Esso inoltre ci permette di tenere pulita la lingua.

È formato da un manico di dimensioni variabili e da una testina anch'essa di grandezza variabile sulla quale sono posizionate delle setole che possono essere formate da fibre sintetiche o da fibre naturali (ormai poco in uso e non consigliate).



Un po' di storia...

Il primo spazzolino individuato della storia risale al 3000 a.C., ed era un semplice bastoncino di ramoscello da masticare; ma si usavano anche ossa di animali e piume di uccello... Il primo spazzolino ad essere brevettato fu in America nel 1857 con manico in osso e peli di cinghiale usati come setole inserite in dei fori; le setole naturali poi vennero sostituite da setole con fibre sintetiche in nylon nel 1938, perchè le setole formate da fibre di origine animale trattenevano batteri e cadevano dal manico, quindi non erano ideali.



Spazzolini manuali ed elettrici

Ad oggi esistono molti modelli di spazzolini sia manuali che elettrici, il più comune ed economico è quello manuale. Alcuni studi dimostrano che la maggior parte degli spazzolini elettrici non risultano essere più efficaci di quelli manuali; la cosa più importante è come viene effettuato lo spazzolamento, molto più della scelta dello spazzolino.

Gli spazzolini elettrici hanno una batteria integrata ricaricabile; i principali movimenti della testina sono di rotazione ed oscillazione. Molti dei modelli di spazzolini elettrici possiedono anche sulla base di ricarica un timer che aiuta le persone a spazzolare i denti per il tempo necessario (2 minuti), ed alcuni hanno anche degli smile sullo schermo per incoraggiare a lavare i denti in modo ottimale.

Anche di spazzolini manuali ce ne sono svariati modelli, con diverse forme e dimensioni sia per quanto riguarda il manico e la testina, ma anche per quanto riguarda le setole, ma
come detto in precedenza la cosa più importante è il modo in cui vengono spazzolati i denti e non tanto il tipo di spazzolino.Le dimensioni della testina sono invece molto importanti perchè non tutte le arcate dentarie hanno la stressa forma e dimensioni e quindi è importante che l'odontoiatra o l'igienista dentale consiglino la testina piu' adeguata per ognuno di noi.Anche l'orientamento delle fibre ha una sua importanza legata alla capacità di entrare meglio negli spazi interdentali.



Frequenza di detersione e di sostituzione

Per quanto riguarda l'igiene orale domiciliare, i denti andrebbero spazzolati 3 volte al giorno, le più importanti sono 2, la mattina e la sera. La sera è fondamentale in quanto  durante la notte i meccanismi di auto-detersione dei denti con la lingua, la saliva e la mucosa orale sono molto ridotti; Lo spazzolino deve essere sostituito ogni 2/3 mesi perchè le setole si usurano e non svolgono più la loro funzione di detersione in maniera corretta.





Dott. Flavio Bellini
Igienista dentale




giovedì 28 marzo 2013

La placca batterica



La placca batterica è un deposito molle complesso (biofilm) formato da una struttura organizzata di microrganismi che aderiscono alle superfici dei denti;è la principale causa del processo infiammatorio della gengiva che poi porta allo sviluppo della gengivite della parodontite (piorrea) e della carie.

Come si forma la placca batterica?

Le superfici dei denti sono coperte da una sottile pellicola asettica (formata da glicoproteine salivari) che si forma entro pochi minuti da una semplice igiene domiciliare; già dopo un’ora dalla formazione diventa un aggregato di batteri che vi aderiscono sopra. Se non vengono rimossi adeguatamente, insieme ai residui alimentari (in special modo gli zuccheri) ,questi microorganismi si riproducono aumentando sempre di più alterando, cosi', l’equilibrio della flora batterica orale già presente in bocca. Nel loro processo metabolico i batteri iniziano a produrre sostanze tossiche per le nostre mucose ed i nostri denti.


Che danni comporta l'accumulo di placca batterica?
Se la continua adesione della placca non viene interrotta da una adeguata  igiene domiciliare con spazzolino e filo interdentale, come detto in precedenza, porta all’infiammazione della gengiva (gengivite), infatti poi le gengive sono gonfie, rosse e sanguinano a seguito del normale spazzolamento o anche spontaneamente; ed in pochi giorni grazie alle proteine salivari comincia a calcificarsi andando a formare il tartaro che si insinua anche sotto gengiva  arrecando danni ai tessuti di sostegno dei denti.Nelle persone predisposte l'accumulo di batteri causa la formazione della malattia parodontale e della malattia cariosa.

Come difendersi?

La miglior “arma” contro la placca è di sicuro l’igiene domiciliare utilizzando correttamente spazzolino e filo interdentale; un aiuto a detergere bene il cavo orale ce lo possono dare delle compresse a base vegetale (eritrosina) che si sciolgono in bocca evidenziando in rosso le parti dove si accumula la placca. Quindi con una buona igiene orale quotidiana e regolari sedute di igiene professionale si riesce a mantenere basso il numero di batteri presenti nel cavo orale e quindi in salute i nostri denti e le nostre gengive.



Dott. Flavio Bellini
Igienista dentale


martedì 19 marzo 2013

Lo Sbiancamento dentale



Lo sbiancamento dentale è una tecnica odontoiatrica che consente di modificare il colore dei denti per renderli piu' chiari.


Essa è una pratica molto antica che trova le sue origini gia’ alla fine dell’800 quando iniziarono i primi esperimenti per rendere il sorriso piu’ bianco ed attraente. I primi sbiancamenti erano naturalmente molto diversi da quelli che vengono attualmente effettuati; i materiali, come del resto le tecniche, utilizzate nei tempi passati erano molto meno raffinati e potenzialmente piu’ pericolosi per la salute dei nostri denti. Acidi, agenti chimici vari, ma anche salvia, bicarbonato, limone e perfino l’urina (gia’ utilizzata dagli antichi romani), erano gli elementi di base per combattere le discromie dentali. Oggi, fortunatamente, grazie alla ricerca e allo studio scientifico e’ stato scoperto come i perossidi possano contribuire significativamente nell'ottenere un sorriso piu’ bianco senza andare però ad intaccare la nostra salute.

Ma che cosa e’ lo sbiancamento? Prima di rispondere a questa domanda, è importante capire come e’ fatto un dente. Il dente non è un blocco monolitico, ma è piuttosto composto di vari strati che insieme formano la cosiddetta corona, la parte del dente che noi vediamo. Lo strato piu’ esterno del dente, detto smalto, ha la funzione protettiva ed e’ trasparente, questa sua qualità permette di poter vedere il colore dello strato sottostante: la dentina. La dentina e’ di colore giallo e la quantita’ di questa puo’ variare da persona in persona ma, anche fra dente e dente. Più dentina è infatti presente, più il nostro sorriso apparirà giallognolo. Ad esempio i canini appaiono piu’ gialli, rispetto agli altri denti, proprio perche’ in essi e’ presente una maggiore quantita’ di dentina.




Quindi in sostanza, il colore dei denti e’ personale ed ognuno ha il suo e, come detto anche sopra, nell'ambito di una stessa bocca il colore cambia sia da dente a dente che all'interno di uno stesso elemento dentario con tonalità o croma anche fortemente differenti.


Le discromie dentali causate da una maggiore presenza di dentina o da altri fattori intrinsechi al dente, non possono essere combattute con la semplice igiene dentale e con l’uso regolare dello spazzolino, come succede nel caso di macchie provocate da caffe’, vino o altri agenti esterni, ma per essere eliminate tali discromie necessitano di uno sbiancamento dentale.


In commercio esistono vari rimedi “casalinghi” con risultati non predicibili e talvolta rischiosi per la possibilità di ustionare le mucose. Lo sbiancamento professionale,invece, effettuato da un professionista è un vero e proprio atto medico che garantisce maggiore efficacia riducendo i tempi senza rischi. Con lo sbiancamento professionale verranno evitati spiacevoli effetti indesiderati come l’ipersensibilità dentale e fastidiose irritazioni alle gengive. Studi clinici hanno infatti confermato la sicurezza dei prodotti utilizzati a livello professionale i quali non vanno ad intaccare la struttura prismatica del dente e la durezza della sua superficie.


Fra le varie tecniche di sbiancamento oggi piu’ diffuse vi e’ la cosidetta “ laser bleaching in office” che garantisce risultati ottimali in tempi ridotti rispetto alle tecniche precedentemente utilizzate. L’utilizzo di laser ad altissimo contenuto tecnologico permette il raggiungimento di risultati ottimali in circa la metà del tempo.

Anche con il laser, i prodotti utilizzati sono a base di perossido di idrogeno con concentrati variabili dal 30 al 40% ma grazie all’azione propria del laser, i prodotti penetrano all’interno dello smalto giungendo fino agli strati superficiali della dentina e, attivando un processo di ossidazione, i gruppi cromofori (le sostanze che nel tempo sono state assorbite dal dente e che l’hanno modificato dal punto di vista cromatico) vengono “distrutti”. Tali gruppi una volta eliminati diventeranno trasparenti, lasciando così il dente più bianco.

Prima del trattamento
Dopo il trattamento

Ripetuto una volta ogni due anni ed intervallato da regolari sedute di igiene orale , lo sbiancamento dona un aspetto sano e splendente che ridà la sicurezza di poter sorridere e mostrare tutto lo splendore di un sorriso piu' bianco.

Ancora un caso di sbiancamento prima e dopo



Dott.ssa Manuela Iuculano
Igienista dentale





mercoledì 6 marzo 2013

Invisalign

Invisalign
L'apparecchio ortodontico estetico





Una ventata di freschezza!







La Prof.ssa Melania Conca risponde alle nostre domande su questa nuova ed intrigante tecnica che ci permette di ottenere l'allineamento dentario senza dover indossare la classica apparecchiatura fissa.

D- Dottoressa Conca cos'è il sistema Invisalign?
R- L'invisalign è un sistema alternativo alle classiche meccaniche ortodontiche che ha il vantaggio di accostare al buon risultato una notevole estetica.

D-Come funziona?
R-Si tratta di una serie di mascherine trasparenti, costruite appositamente per ogni singolo paziente, che indossate almeno 22h al giorno riproducono il movimento dentale e danno la possibilità anche senza l'applicazione dei classici brackets in metallo  di ottenere risultati soddisfacenti. Ogni mascherina dovrà esser sostituita dalla successiva ogni 15 giorni

D-Qual'è il numero delle mascherine necessario?
R-Questo dipende dal tipo di malocclusione che ci troviamo ad affrontare, chiaramente se si tratta di piccoli affollamenti il numero di mascherine sarà ridotto, viceversa saranno più numerose.

D-E' doloroso?
R-Assolutamente no, l'unica sensazione di dolenzia si ha nel momento in cui allo scadere del quindicesimo giorno si inserisce la nuova mascherina, perchè ovviamente i denti dovranno inizialmente abituarsi a questa nuova condizione clinica

D-La metodica è applicabile a tutte le persone e a tutti i casi?
R-Certamente no, esistono dei casi dove la metodica non trova pienamente la sua indicazione ed altri dove se ne sconsiglia l'utilizzo in quanto tecnicamente troppo complessi o a scarsissima predicibilità

D-Costa molto?
R-Essendo un sistema innovativo con una progettazione delle mascherine effettuate negli USA il costo è piu' elevato rispetto alle metodiche classiche.Ovviamente il costo è anche legato al numero di mascherine da produrre per effettuare gli spostamenti per cui  piu' la terapia è complicata piu' sarà costosa.

    

lunedì 4 marzo 2013

La sigillatura dei solchi

La sigillatura è una procedura odontoiatrica con la quale vengono sigillati preventivamente,nei bambini, i solchi e le fossette occlusali dei denti molari e premolari per isolare i solchi stessi dall'ambiente circostante al fine di impedire un attacco batterico.
Solchi e fossette
Solchi e fossette visti al microscopio

Come si vede,soprattutto nella immagine al microscopio a fianco, i solchi sono talvolta molto sottili e profondi da creare un ecosistema ideale per la proliferazione batterica.




Che cos'è il sigillante?

Il sigillante è una resina fluida che penetra nei solchi e nelle fessure dello smalto, essa viene stesa con una piccola siringa senza ago e successivamente viene fatta indurire (polimerizzare) con una lampada che emette una luce particolare. L'applicazione dei sigillanti è ottimale all'età di 6/12 anni sui solchi dei molari e secondi molari permanenti, completamente erotti e privi di carie ma può essere estesa,talvolta in bambini predisposti, anche alle superfici occlusali dei premolari e per le superfici palatali degli incisivi e dei canini.

 L'utilizzo dei sigillanti iniziò negli anni settanta con la tecnica della mordenzatura dello smalto. Esistono varie classi di sigillanti , quella piu' utilizzata prevede l'uso di sigillanti trasparenti, colorati ed opachi; gli ultimi due tipi aiutano molto l'operatore quando poi dovranno essere controllati periodicamente ogni sei mesi per vedere se la resina si è consumata e se sono ancora ben adesi alle superfici.


La sigillatura si effettua a tutti i bambini?

La risposta è ovviamente NO!
Esistono dei parametri che il clinico utilizza per decidere se un bambino necessita o meno delle sigillature o meglio se le sigillature sono piu' o meno utili: la qualità della igiene domiciliare, la predisposizione alla carie personale e familiare, lo stato di salute generale e l'alimentazione del bambino stesso, la presenza di solchi molto pronunciati ecc.
Si è visto che,nei bambini predisposti alla carie, ai quali vengono eseguite le sigillature si riduce di molto l'incidenza delle carie occlusali che rappresentano il 50% delle carie totali; infatti i solchi e le fossette delle superfici dei denti posteriori sono le più colpite dalla carie a causa della loro forma anatomica con profondi “canyon” dove è facile il ristagno di cibi finemente sminuzzati e triturati terreno di cultura ottimale per i batteri della carie.



Tecnica

Le fasi della sigillatura
Per effettuare una sigillatura prima di tutto si deterge la superficie del dente da trattare con spazzolino e una pasta da profilassi poco abrasiva; successivamente si lava ed asciuga per bene e a seguire  si mordenzala superficie da trattare con un acido ortofosforico per andare a creare delle microritenzioni nelle quali far entrare meglio e modellare il sigillante.Esso va a formare un fondo che viene "indurito" grazie all'uso di una particolare lampada che emette luce nello spettro dell'ultravioletto.
Di fondamentale importanza è isolare perfettamente gli elementi dentari da trattare in modo che la sigillatura vada a buon fine e duri nel tempo.
La sigillatura và ripetuta con una frequenza variabile dai 2 ai 4 anni in quanto le resine sigillanti si consumano durante la masticazione.


Prima e dopo la sigillatura


Dott.Flavio Bellini
Igienista dentale